Oggigiorno tutte le aziende, pubbliche e private, profondono il massimo impegno nell'espletamento delle loro attività, conseguendo obiettivi, stabilendo nuove relazioni, migliorando la qualità delle loro prestazioni.

Ciò nonostante, a fronte di questa virtuosa attitudine, esse non sempre si adoperano per fornre all'opinione pubblica un'informazione adeguata alla portata delle attività espletate. Ne consegue che - inevitabilmente - l'assenza di informazioni rischia di generare negli interlocutori un'errata considerazione: nessuna informazione, nessuna azione. Questa tendenza inversa è ben conosciuta, ad esempio, da quegli amministratori pubblici che, pur lavorando nell'ombra per ottenere risultati lusinghieri e permanenti, sono sovente immaginati come immobili e inefficienti, proprio a causa dell'assenza di informazioni adeguate. Il decentramento geografico che spesso contraddistingue la loro ubicazione, contribuisce inoltre ad una vera e propria emarginazione rispetto ai centri di gestione delle informazioni.

Occorre inoltre chiarire che l'informazione canonica cui si era abituati fino allo scorso decennio, caratterizzata da una fruizione mirata e spesso accessibile una volta soltanto (un articolo di stampa, un servizio televisivo), è stata stravolta dalle nuove consuetudini digitali imposte da Internet. Oggi, infatti, è possibile accedere alla stessa informazione in momenti diversi ed in luoghi diversi (intesi sia come punti soggettivi di consultazione, sia come fonti di informazione). Tale vistoso allargamento della disponibilità delle informazioni, ha scatenato un inedito modello competitivo più affine a contesti meramente commerciali, al punto da imporre, alle informazioni da divulgare, nuove strategie orientate ad un vero e proprio "marketing della notizia".